Il narrare accompagna la nostra vita, anche quando non ce ne accorgiamo. Tutto è “racconto”, e quando non raccontiamo agli altri lo facciamo a noi stessi. Parafrasando William Shakespeare, potremmo affermare che siamo fatti della stessa materia del narrare. L’uomo non può esistere senza il narrare, ma a dire il vero, nemmeno la narrazione può esistere senza l’uomo. Questo si spiega innanzitutto per il fatto che l’uomo possiede la coscienza e la memoria, e anche ricordare e sognare non sono altro che narrazione. Un uomo che perde la memoria o che non sogna, vaga nell’oscurità, ripassa dagli stessi pericoli e dagli stessi errori senza riconoscerli, e smarrisce il sentiero della vita. Da ogni racconto scaturiscono sentimenti, ognuno vive i propri, e viverli ci abitua ad affrontarli, anche quando li proviamo attraverso i racconti degli altri. Ascoltando le storie impariamo molte cose su noi stessi e su ciò che ci circonda, un po’ alla volta il mondo ci appare meno oscuro e ci orientiamo meglio nella foresta della vita. Così come nuotare assieme al divertimento porta benessere, anche leggere e ascoltare storie, se all’apparenza dovesse sembrarci solo un modo per passare il tempo, nutre la nostra anima con il cibo più prezioso: la conoscenza.

 

Marco Vichi

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